Skull of Rock

Davide Van De Sfroos

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PARUSHOW
view post Posted on 6/4/2007, 19:53




Davide Van De Sfroos :ndolin: :drumk: :singer: :ndolin:


E' l'undici maggio del 1965 quando Davide Bernasconi alias Van De Sfroos, all'insaputa dei suoi fans, nasce. E nasce in un luogo senza lago. Monza gli vede fare i primi passi in quella nebbia che faticherà a lasciar memoria: un po' perchè lui in tenera età, un po' perchè lei, la nebbia, è una poesia per soli adulti.

Mezzegra, e nuovi occhi. Ha 4 anni sì e no quando i genitori decidono di trasferirsi nella minuscola località sul lago di Como, dove Davide apprenderà le storie degli uomini e i segreti dei pesci, dove coltiverà una curiosità a fin di buono da usare come amo da pesca per riempire la sua memoria-carniere con vicende, aneddoti, leggende e giri di giostra dell'immaginazione di tutti i poeti involontari che quotidianamente popolano la giornata della minuscola piazzetta a lago, davanti al balcone di casa sua. E una canzone come scatola dove custodire il tutto, una volta abbandonato il fucile ad elastici per impugnare una chitarra.



La passione per la musica lo scuote in giovane età. Spesso succedeva ai ragazzi dalla fedina musicale un po' sporca: ci si abbandonava una radio portatile da 25 kg sulle spalle e si girava così, lasciando che ogni contaminazione musicale varcasse i confini del "già sentito", in voluto contrasto con le basi ritmiche dei tormentoni di turno che cercavano di impossessarsi di ogni mente danzante. Era così che ad un Mino Reitano sovrapponevi i Ramones, da una mazurka slittavi a Bob Marley e Johnny Rotten aveva sempre qualcosa da urlarti appena uscivi da una messa beat. Una confusione bellissima che spinge Davide ad aggregarsi ai Potage, un gruppo post-punk decisamente originale con il quale passa buona parte degli anni '80 coltivando una potenzialità ironico-caotica che in seguito darà buoni frutti.

Una lucertola morsicata anni addietro, Creuza de ma di De Andrè e una battuta involontaria del Ghezzi, il barbiere del paese: tre punti chiave che spingeranno David Action dei Potage a chiudere il capitolo simil-punk per iniziare a scrivere quello poi definito folk-rock di Davide Van De Sfroos.

De Andrè. Ammirazione, ispirazione e una domanda: Perchè no? Il dialetto parlato sul lago di Como è chiuso ma non impenetrabile, grezzo ma non meno poetico di altri, vivo e colorato da chi ancora lo usa per pensare e pregare, ridere, maledire e piangere. Creuza de ma e i suoni della lingua sarda appassionano Davide fino a convincerlo che per raccontare una storia di lago, del lago che ha davanti, niente può essere più indicato della sonorità regalata dal dialetto che da sempre ne sposa acque e genti: il dialetto tremezzino.

"Abbiamo dato vita a un nuovo gruppo: Suoniamo e cantiamo in dialetto storie di paese, di disperati e di contrabbando" - disse Davide al Ghezzi. "Ah...! Sònuff de sfroos" - rispose tra una sforbiciata e un colpo di pettine. De Sfroos, ovvero "di frodo", come il commercio illegale dei contrabbandieri. Ritagliato a rasoio, reciso preciso, ecco il nome con cui battezzare il nuovo progetto.

Il sapore di una lucertola segnerà il palato e un sonno: faranno seguito nuove consapevolezze.



Sassi, radici, onde, lune e bicchieri, barche e finestre sono mattoni d'umanità su cui disegnare il profilo della terza ombra fantasma: la custode del cammino a venire. La terza ombra è quella che ti porti dentro, che ti attraversa e che chiama ogni cosa con nomi scelti dal vento. La terza ombra. Probabile che Davide abbia tentato di metterla sulla corriera per Como, un giorno, perchè finisse il liceo al posto suo: evidentemente qualcuno non capì.

La vena poetica che scaturisce da questa onda anomala, lacustre e sanguigna, darà tono ai colori ad olio con cui l'artista dipingerà le sue canzoni, fin da subito.

Ciulandari (1992), Viif (1994) e Manicomi (1995) sono i primi tre contenitori in cui Davide, oramai Van De Sfroos, dispone con giusto disordine storie, risate e drammi quotidiani descritti con la musicalità propria della lingua che li ha visti nascere.

Nuovi ricordi messi in moto usando un veicolo quasi in via di estinzione e musica come benzina. Prima ridi, trovando decisamente divertenti e quasi epiche le gesta della fantomatica zia Luisa e di uno Sconcio fuori ma non dentro, poi ti sbalordisci quando una Curiera porta a spasso la testa di tuo figlio, che ha quattro anni, e quella grigia di capelli di tua mamma. Infine ti accorgi che i tuoi parenti non sono i soli ad esser contagiati dalla febbre allegra di quest'onda di lago e il giorno che leggi su un quotidiano della partecipazione dei De Sfroos come gruppo spalla ad un concerto di Sting a Como, quasi non ci credi. Infatti non è vero niente e il giornale è datato 1° aprile, ma già il fatto che in molti l'han creduto possibile vorrà pur dire qualcosa!

I De Sfroos vedono la loro popolarità aumentare concerto dopo concerto e Manicòmi va letteralmente a ruba. Dopo di che il gruppo si scioglie. Proprio come i Police.

Non si scioglie la voglia di comunicare di Davide che nel frattempo pubblica il libro di poesie "Perdonato dalle lucertole" (1997) dove pagina per pagina l'artista lascia intendere la sua natura. Acqua di lago come inchiostro, ogni ricordo una penna con cui scrivere appunti di viaggio nella musica silenziosa delle parole pensate.

Altre storie, quindi, da sentirsi raccontare in una chiave molto più intimistica di quanto ci avesse abituato durante i concerti, in questo periodo peraltro sostituiti da sporadiche apparizioni in solitaria.

Seguendo la freccia e non il bersaglio, da buon guru delle proprie emozioni, Davide attraversa un periodo di venti poco propizi ma, come succede spesso, gli sconforti possono rivelarsi humus per lo sviluppo creativo di un artista.Ecco come pensieri scuri e una finestra aperta di questi tempi diedero vita a Ventanas, una fra le sue più toccanti poesie-canzoni incisa solo più avanti su un disco, intrisa sì di colori tristi ma anche di quelli tenui e caldi della speranza. Scherzo, ma ci sarebbe da regalargli un martello se ogni volta che si pesta un dito gli escono sacramenti di tale entità!.



Bréva e Tivan(1999) è la fatica con cui chiude il capitolo incerto degli anni precedenti. Ora è la Davide Van De Sfroos Band a incantare da un palco, di cui fan parte musicisti capaci e professionalmente senza fissa dimora, sicchè l'immagine di menestrello cantastorie già profilata in precedenza si fa sempre più definita. C'è una novità: in questo album Davide inserisce dei brani più introspettivi, dei quali è lui stesso il primo a non pronosticarne popolarità. E' il caso de La Balada del Genesio, di Pulenta e galèna fregia o della stessa Bréva e Tivan. Lo stupore è grande quando invece all'ascolto si nota partecipazione, plauso e, non per ultima, schietta emozione. Anche Sanremo e il Premio Tenco si accorgono di lui e nell'edizione del 1999 la band viene chiamata per esibirsi all'Ariston. Il riconoscimento si chiama SIAE-Miglior Autore Emergente e il premiato Davide Van De Sfroos. Presumo sia stata per lui una buona serata, la serata ideale in cui prendere a calci un po' di ombre grigie. Non credo di parlare d'azzardo se affermo che fu l'onda di questa carica emotiva a creare un nucleo di "mutanti", ammaliati e appassionati fino a rasentare il troppo da quella miscela di parole e musica. Davide stesso un giorno li chiamò Cauboi, come i personaggi itineranti di una sua canzone. E ancora lo sono perchè di seguirlo ovunque non hanno smesso mai. Son solo di più.

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"Ero a letto con l'influenza e pensavo a strane storie..." si legge nella prima riga della prefazione di "Capitan Slaff" (2000), e non dico più nulla sull'ipotesi del martello... Si tratta di un poema epico dialettale scritto con la convinzione che l'immaginazione è una forza potentissima e può appagare anche più della realtà. Le sacralità del bene e del male lottano e complottano fino a mischiarsi, inzuppate in un tempo imprecisato sulle sponde del Lario. Si nota molto l'interesse nel rivisitare leggende e personaggi epici, di grande o sconosciuta fama. Tanto in Van De Sfroos autore di canzoni che nel Bernasconi scrittore e poeta, è forte la voglia di andarsi a guardare ogni vicenda dall'angolazione che non verrebbe spontanea, ma che riserva sempre sorprese o rende tutto meno tragico, se è il caso. Caino e Abele, Adamo ed Eva, lo stesso Noè, raccontati nel mini-album "La Poma" (1999), perdono molta della loro severità biblico-tragica e acquistano tonalità comico-goffe. La personalità scanzonata che li distingue ne fa delle entità dislocabili dal Libro Sacro e li butta fra la gente di tutti i giorni, intenta a nulla e prigioniera solo di quel che è successo ieri, come un Sügamara cavaliere sul suo motorino rubato. La cultura, se mentre fa pensare diverte, dilaga nell'arido.

Sügamara è una delle tante anime in viaggio di E Semm Partii (2001), l'album delle irrequietezze, del desiderio di altro o di oltre. In qualche modo è stato per Davide un veicolo su cui viaggiare e far conoscere la sua creatività fuori dai confini abituali, sfidando un cammino reso arduo dalle asperità del dialetto, armato di curiosità e fiducia nella curiosità altrui. Ha messo in luce un suo mondo, fatto non di giudizi, non di tentativi di comprensione, ma di racconti e di storie che a tenerle dentro era un peccato, soprattutto se nel raccontare ci sai fare. Avendo seguito da cauboi molti dei concerti "lontani" e avendo ascoltato le impressioni di chi ha seguito anche i "più lontani", posso affermare che il viaggio ha avuto e sta avendo un buon percorso. Parametri di valutazione: decibel sul lollorollo, numero di gambe tarantolate per metro quadro e frequenza di palpiti emotivi sparsi in giro fra le note, quando quello ci si mette.



Tutti i rumori e gli umori degli innumerevoli concerti seguiti a questo ultimo album sono stati incisi sul doppio CD "Laiv" (2002). Fra le tracce presenti anche 4 brani inediti, con un esilarante remake dialettale di Frank's Wild Years di Tom Waits, proposta durante la seconda partecipazione al Tenco nel 2002.

Dopo di che, si parla di pesci. O meglio, di quel che possono suggerire i pesci alla memoria di un uomo. "Le parole sognate dai pesci" (2003) è un libro breve che, se lo leggi e ti piace, lo rileggi e poi ancora e di nuovo, come si fa con un buon disco. A guisa di pesce è strutturato ed ha una testa, una lisca e una coda. Dentro il pesce storie, legate fra loro con il filo della memoria. I ricordi creano radici importanti e ben salde, ancorate, molte volte nascoste fra i pensieri di una personalità "mentalmente poco salda", come verrebbe definita in una clinica, o "foeu de sentiméent", come direbbero al bar. Dentro il pesce ombre, forzieri con libertà da custodire e ritrovare dopo che le pieghe della vita ti han confuso. Dentro il pesce parole, dette magari su un pontile, cariche di tutti i significati che siam disposti a dare: "cose che capiranno solo le zanzare". Fuori dal pesce, fuori dal lago, Davide che non smette di osservare lo specchio d'acqua che ha davanti e di rubare a modo suo le storie riflesse, per poi raccontarcele.

Perchè tenerle dentro è un gran peccato, e nel raccontare ci sa fare



http://www.davidevandesfroos.com/
 
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view post Posted on 6/4/2007, 20:01
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Jimi Hendrix

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Una delle sue poche foto...
 
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PARUSHOW
view post Posted on 6/4/2007, 20:26




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Edited by Lynyrd Skynyrd Guilty - 6/4/2007, 21:49
 
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slash1992
view post Posted on 7/4/2007, 09:13




lo sapevate che il suo vecchio fisarmonista, pianista e un altra serie di strumenti mi insegnava piano forte?
adesso però suona con ruggeri....
va beh cmq mitico de sfroos....
guardate questo video di de sfroos...
london calling-i testimoni di geomag
 
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PARUSHOW
view post Posted on 27/4/2007, 15:15




CITAZIONE (slash1992 @ 7/4/2007, 10:13)
lo sapevate che il suo vecchio fisarmonista, pianista e un altra serie di strumenti mi insegnava piano forte?
adesso però suona con ruggeri....
va beh cmq mitico de sfroos....
guardate questo video di de sfroos...
london calling-i testimoni di geomag

che fortuna!!!!!!!!!!!!!!!!!!


comunque stupendo il video!!!!!!!!!! :punk:
 
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PARUSHOW
view post Posted on 11/7/2008, 08:31




CITAZIONE (PARUSHOW @ 27/4/2007, 16:15)
CITAZIONE (slash1992 @ 7/4/2007, 10:13)
lo sapevate che il suo vecchio fisarmonista, pianista e un altra serie di strumenti mi insegnava piano forte?
adesso però suona con ruggeri....
va beh cmq mitico de sfroos....
guardate questo video di de sfroos...
london calling-i testimoni di geomag

che fortuna!!!!!!!!!!!!!!!!!!


comunque stupendo il video!!!!!!!!!! :punk:

ho conosciuto il tuo maestro di pianoforte!!! si chiama Brambilla!!! è un mito!
 
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view post Posted on 23/8/2008, 13:39
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Jimi Hendrix

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Van De Sfroos è un mito!
La sua musica è spettacolare, così come i testi delle sue canzoni.
 
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